martedì 12 gennaio 2010

La religione nei Celti.

Vincoli religiosi comuni univano i membri delle tribù; il re, che era investito di una funzione religiosa, partecipava attivamente ai riti. Divinità panceltiche convivevano con divinità locali, associate a singole tribù o a luoghi sacri. Alcune informazioni sulla mitologia celtica vengono fornite dal ritrovamento di oggetti rituali, come il calderone Gundestrup, un grande calderone d’argento con decorazioni a rilievo rinvenuto in una palude nello Jutland (Danimarca). Tracce di antichi miti celtici sono rintracciabili anche nelle letterature medievali dell’Irlanda e del Galles.
Le più importanti divinità celtiche erano: TUATHA DE DANNAN era la dea madre; NUADA era il re degli dei; DAGDA era il dio padre; BOBD era la dea del fuoco; BRIGID era la dea della poesia; ANGUS era il dio dell’amore; DONN era il signore dei morti; LIR e MANANNAN erano gli dei del mare; LUGH BRACCIOLUNGO era il dio guerriero;
DIANCECHT e MIACH erano gli dei della medicina; ARTAIOS era il messaggero degli dei; GOIBNIU era il fabbro degli dei; CREDNE era il dio metallurgo. I siti destinati al culto comprendevano recinzioni sacre, ma anche strutture più complesse, quali pozzi, forse collegati al culto della terra, in cui venivano gettate le vittime di sacrifici (uomini in caso di necessità o animali), spade e altre offerte votive. Anche una serie di elementi naturali aveva significato religioso: l’agrifoglio e il vischio, ad esempio, erano sacri, così come le querce e i boschi. Gli animali erano venerati come totem tribali; era inoltre praticata l’arte divinatoria, interpretando il volo degli uccelli o le viscere delle vittime sacrificali. Questo compito era affidato ai druidi.
I druidi erano sacerdoti degli antichi Celti , abitanti della Gallia e delle isole britanniche dal II secolo a.C. al II secolo d.C. Nelle zone della Gran Bretagna non invase dai Romani, il Druidismo sopravvisse finché fu soppiantato dal Cristianesimo qualche secolo dopo; era una religione fondata sulla fede nell’immortalità dell’anima che, al momento del trapasso, entrava nel corpo di un neonato, e sulla credenza che i druidi discendessero da un essere supremo.
Gli antichi resoconti affermano che ai druidi spettavano gli incarichi del sacerdozio, dell’educazione religiosa e dell’amministrazione giudiziaria e civile. I druidi infatti avevano il diritto di decidere in quasi tutte le controversie pubbliche e private, di emettere sentenze e di comminare punizioni per delitti di ogni genere e questioni di confine. Chi disubbidiva loro non poteva assistere ai sacrifici, durissima punizione, perché chi ne era colpito era un fuorilegge senza diritti. Il potere supremo era detenuto da un arcidruido all’autorità del quale erano sottoposti gli altri druidi; quando questi moriva, a succedergli era il più autorevole ma se la scelta si rivelava difficile la decisione veniva presa tirando a sorte oppure con un duello. Esistevano tre classi di druidi: profeti, bardi e sacerdoti propriamente detti, assistiti da profetesse o maghe dotate di minor potere e privilegio. I druidi praticavano particolarmente l’astrologia e la magia, e conoscevano i misteriosi poteri di animali e piante; veneravano il vischio e la quercia. Uno dei loro compiti consisteva nel convincere il popolo che l’anima era immortale e che dopo il decesso passava da un corpo all’altro, cosa che costituiva uno dei principali incentivi del valore militare. Un altro scrittore romano insiste sull’efficacia di tale insegnamento: certi Celti, sostiene, per disprezzo della morte andavano in battaglia indossando solo una cintura, e uscivano dallo schieramento dei carri per sfidare i guerrieri avversari.
Gli archeologi ritengono che i druidi usassero come altari e templi i blocchi di pietra conosciuti come dolmen (da dol=tavola min=pietra), trovati in regioni in cui il Druidismo era diffuso. Riferisce Cesare che i druidi mandavano a mente un’enorme quantità di versi e che alcuni di essi studiavano per vent’anni, ritenendo disdicevole l’uso della scrittura a fini di apprendimento, sebbene si servissero dell’alfabeto greco per quasi ogni necessità.
I druidi guidarono il loro popolo nella lotta contro i Romani, ma il potere fu indebolito dalla ribellione dei guerrieri Galli, invidiosi della loro autorità politica. La superiore potenza militare dei Romani e la conversione al cristianesimo di molti seguaci del Druidismo ne provocarono la scomparsa.
Presso i Celti e i Barbari in generale, non esisteva l'ideale di perfezione o di peccato, così come lo concepivano i Cristiani. Per i Celti la morale significava semplicemente il rispetto delle tradizioni e dei costumi tribali.
La religione dei Celti, come la maggior parte delle religioni antiche, aveva due aspetti: uno esoterico e uno popolare. Sacerdoti e custodi della religione celtica furono i Druidi. Il livello popolare era costituito da una mitologia accessibile e da una serie di riti che avevano pian piano inglobato anche alcuni elementi arcaici risalenti al neolitico e provenienti da culti solari tellurici e lunari.
Si è creduto erroneamente per lungo tempo che le pietre erette (menhir), le tombe a camera megalitiche (dolmen), i grandi cerchi (cromlech) e gli allineamenti di pietre giganti fossero tutti monumenti eretti dai Druidi; ma oggi sappiamo che essi furono eretti almeno un millennio prima dalle grandi culture del neolitico. I Druidi si limitarono a utilizzarli. Ogni popolo in Gallia si sceglieva un proprio nume protettore attribuendogli parimenti un nome particolare, così che, analizzando le caratteristiche degli oltre trecento Déi celtici di cui si trova almeno una volta menzione epigrafica, alla fine si ha l'impressione di ritrovarsi dinanzi a molte divinità doppione, simili per attributi, ma celate sotto nomi diversi.



SPIRITUALITÀ
La spiritualità celtica torna oggi alla ribalta perchè è una spiritualità 'pratica', sperimentabile e perchè porta all'attenzione dei popoli europei la loro effettiva eredità, restituendo una dignità a quelli che vennero un tempo definiti come 'il culto dei demoni' e 'la confraternita di streghe e stregoni'. In realtà gli dei, i druidi e le druidesse non erano altro che espressioni dell'antica religione pagana (da pagus-i = della campagna) e forse alcuni valori insegnati nel passato tornerebbero utili ancora oggi se ben compresi.
Gli insegnamenti druidici hanno la particolarità di dare all'individuo un giusto posto e valore nello schema della Natura, facendogli riconoscere la sacralità dei luoghi che abita e riconoscendogli il ruolo di loro custode.
I druidi insegnavano che esisteva un solo dio, OIW, irraggiungibile dalla comprensione umana e che pertanto era inutile cercare di conoscerlo o invocarne i favori: Egli era talmente distante dalla realtà umana che non se ne interessava minimamente.
L'OIW però si manifestava secondo una triplice energia che prendeva il nome di SKIANT (Conoscenza-Saggezza), NERZ (Forza-Volontà) e KARANTEZ (Amore-Creatività) e che forniva tre strade verso il divino, tre sentieri percorribili da tutti. Queste tre energie venivano personificate dai Celti con la figura di un Vecchio (Skiant), un Giovane Guerriero (Nerz) ed una bellissima Donna (Karantez) che si suddividevano ciascuno in tre manifestazioni (ogni cosa che scende dal piano spirituale verso la materia ha triplice forma). I druidi perciò sapevano dell'esistenza di un unico Dio che si esprimeva nella molteplicità, creando gli infiniti dèi che conosciamo. Ecco spiegato il mistero della dea Brighidh una e trina (la Brighidh degli artigiani, la Brighidh dei poeti e la Brighidh dei guaritori) o della Morrigan che si manifestava nella triplice forma di Nemhain, Boadhbh e Macha, o ancora nei numerosissimi esseri di luce preposti alla crescita della vegetazione, al prosperare degli animali, alla salvaguardia dei luoghi naturali e dei filoni di metalli preziosi che oggi chiamiamo fate, gnomi e folletti.
I Druidi avevano organizzato la società celtica secondo tale schema spirituale e le tre classi sociali erano quella dei Druidi (Conoscenza-Saggezza), quella dei Guerrieri (Forza-Volontà), all'interno della quale veniva scelto il re che nei tempi antichi restava in carica un anno) e quella dei Produttori e Uomini d'Arte (Amore-Creatività). Ecco che la spiritualità celtica veniva vissuta quotidianamente e che il piano divino si manifestava all'interno della società per mezzo dei suoi membri. Non vi era divisione tra il sacro e il profano ed ogni atto era un'espressione spirituale. Il sesso apparteneva alla manifestazione dell'Amore-Creatività, la guerra a quella della Volontà-Potere, l'insegnamento e lo studio a quella della Conoscenza-Saggezza ed ogni cosa rientrava nello schema della divinità e della sacralità.
Ciascun individuo si ritrovava così, in ogni momento della giornata e della propria vita, a poter accedere al mistero divino percorrendo fino in fondo la strada da lui scelta, sia come appartenenza ad una specifica classe sociale , sia come decisione individuale. In effetti tale tipo di organizzazione puntava molto sulla dignità di ognuno, sulla libertà interiore, sull'onore, sul valore della parola data ed ogni classe sociale possedeva dei 'segreti' di iniziazione che potevano portare il singolo a cambiare il proprio stato di coscienza ed entrare in contatto con le proprie potenzialità inespresse e con quello che i Nativi americani definiscono il 'Grande Mistero'.
Un elemento interessante, è la Croce Celtica (una croce tracciata su un cerchio), molto simile alla Ruota di Medicina dei Nativi americani. In essa, se abbiamo le chiavi, possiamo ritrovare una gran quantità di concetti dell'insegnamento duidico in grado di farci passare nell'Altra Realtà tramite il cambio di stato di coscienza.
La croce celtica porta in sé il concetto di 'circolarità delle relazioni' che implica una particolare filosofia di vita e visione del mondo. Nascita e morte diventano tutt'uno con la creazione e smette di esserci una separazione netta fra il Buio e la Luce, il Bene ed il Male, il Giusto e l'Errato.
In effetti nel loro insegnamento i Druidi non contemplavano la possibilità di una 'Creazione' perchè per essi tutto era una 'creazione in atto' e non poteva esistere un momento specifico in cui tutto era iniziato. Questo tipo di pensiero è modernissimo e molto vicino a quello degli scienziati contemporanei che parlano di un 'continuo susseguirsi di Big Bang'.
La mentalità celtica, tanto differente dalla nostra, era permeata di magico e di divino, non come espressione primitiva o selvaggia di popoli dalle poche conoscenze, ma come manifestazione della realtà spirituale legata a quella terrena. Perchè, dobbiamo chiederci, molte delle conoscenze druidiche sull'universo vengono oggi confermate da scienziati e lo stesso avviene per le proprietà della materia? Come potevano gli antichi Druidi avvicinare l'intima natura dell'ambiente che li circondava senza essere dotati di apparecchiature che oggi sembrano indispensabili per la conoscenza?
I Druidi insegnavano tali conoscenze nelle radure delle vaste foreste europee, lo sussurravano negli incontri alla luce dei fuochi e coperto dalle note di canti e musica, lo narravano tra le pieghe di intrecciati racconti e miti, lo facevano intuire durante le cerimonie rituali e le feste del fuoco e soprattutto lo esprimevano tramite i giochi, le battaglie, l'organizzazione sociale, le poesie, le forme artistiche di pietre e metalli, i matrimoni ed ogni fenomeno che permetteva al mondo del Sìdh, il mondo spirituale, di manifestarsi sulla terra degli uomini.
Come già è stato detto ogni cosa era sacra ed in ogni cosa si poteva ritrovare il sottile filo che collegava l'individuo alla realtà spirituale. Teniamo ben a mente un pensiero: il fatto di non percepire la Realtà Spirituale non ci può permettere di dubitare della sua esistenza; miglioriamo i nostri strumenti percettivi e ci ricrederemo!
In conclusione, cercando di fare una sintesi delle informazioni che ci sono pervenute dalle numerose fonti, per ricavare alcune idee di base dei principi della spiritualità celtica, possiamo esporre in questo modo i fondamenti del Druidismo:
affermazione dell'esistenza di un Dio unico, da cui si manifesta una gerarchia spirituale che rappresenta le forze della Natura.
venerazione del Sole (l'Occhio di Dio) come simbolo visibile del principio Unico ed Increato, manifestato e rappresentato da tre raggi di luce (trinità creatrice), legati al nome del dio: O.I.W.
accettazione della materia come elemento dinamico dell'evoluzione. Spiritualità incarnata.
evoluzione spirituale attraverso più vie (cerchio d'Abred, la Necessità). Presenza della Legge di Causa ed Effetto nell'azione (Kroui celtico equivalente al Karma sanscrito). Molteplicità dei mondi abitati e dei piani della Manifestazione.
rispetto della vita universale (rifiuto di uccidere senza necessità). Apertura di spirito, manifestazione della tolleranza, dell'ospitalità, dell'altruismo, dell'amore fraterno, dello spirito di unità. Sentimento acuto di indipendenza legata alla libertà 'punto di equilibrio di tutte le opposizioni' (come citato nei Bardas)
uguaglianza dei diritti tra uomo e donna. Riconoscimento dell'equivalenza delle loro funzioni reciproche e complementari
spiritualità razionale, assenza di dogmi rigidi: gli insegnamenti trasmessi oralmente sono destinati ad essere compresi e non appresi. Primarietà dello 'spirito' in rapporto alla 'lettera'. Comprendere e spiegare il mondo che ci circonda, nel quale e per il quale viviamo, ricollegandolo alle cause invisibili del piano spirituale. Metodo pedagogico del dialogo.
gli scritti, destinati alla massa, esprimono il contenuto degli insegnamenti sotto forma di massime (Triadi bardiche) e di leggende.





IL DRUIDISMO
Il druidismo è l'stituzione religiosa dei Celti, paragonabile fra gli Indoeuropei al bramanesimo indù e rappresentato da una casta di sacerdoti-indovini che curavano l'istruzione dei giovani.
Il druidismo fu uno dei fattori di unità del mondo celtico. In Gallia, fin dall'epoca della conquista romana, venne considerato dai vincitori come un pericoloso fermento di nazionalismo, poiché in esso si racchiudevano le tradizioni nazionali. La romanizzazione della Gallia ne presupponeva quindi la scomparsa e infatti l'imperatore Claudio l'abolì.
Ma il druidismo si mantenne vivo nelle campagne risorgendo ogni volta che la potenza romana pareva affievolirsi, e si conservò, latente, nel popolo fin verso il IV sec. d.C.
Perseguitato in Gallia e in Britannia, svuotato delle sue speculazioni scientifiche e cosmogoniche, il druidismo sopravvisse in Irlanda sotto una forma arcaica e costituì un serio ostacolo alla cristianizzazione. Fu vinto solo verso la fine del VI sec.; numerose pratiche furono però seguite nell'alto medioevo fin verso il XII sec.

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