martedì 12 gennaio 2010

I MEGALITI

Il territorio europeo è disseminato di realizzazioni megalitiche spettacolari ed enigmatiche. Il numero di tali imponenti monumenti in pietra è elevatissimo ed esistono numerosi siti che sono poco noti al grande pubblico, ma che non hanno nulla da invidiare alle località più celebri, e meglio sfruttate turisticamente.
I megaliti sono, come dice il nome, delle strutture formate da pietre enormi; infatti l'espressione deriva dal greco megas, grande, e lithos, pietra. Possono presentare forme e strutture differenti, però, essenzialmente, possiamo ricondurre tutti i megaliti ad alcuni tipi fondamentali che esamineremo in dettaglio. Il megalite più semplice e più diffuso è il menhir, una pietra grezza o appena sbozzata, infissa nel terreno.
Il nome deriva dal bretone men (pietra) e hir (lunga). Tuttavia, localmente, possono sopravvivere altre espressioni per indicarli, quali l'arcaico peulven, diffuso in Bretagna, o il termine monaco, usato in Corsica. Si rinvengono molti tipi di menhir, di dimensioni, funzioni e forme diverse. Alcuni possono presentare un'altezza di pochi decimetri, altri possono ergersi sul terreno per una decina di metri. Il Grand Menhir Brisé, che si trova in Bretagna, è attualmente abbattuto e spezzato in quattro parti, ma, all'origine, doveva superare i venti metri di altezza.
Esistono, ancora eretti, menhir di notevole altezza: quello inglese di Bridlington (Yorkshire) di 7,5 metri, e quello Bretone di Kerolas (Finistère), che supera i 12 metri.
Si attribuisce il nome di stele a una pietra eretta larga e sottile, spesso lavorata e decorata. Le stele vengono definite antropomorfe quando sono lavorate in modo tale da presentare un profilo che vuole rappresentare una figura umana. Il nome di allineamento è riservato a una serie di menhir, o più raramente di stele, disposti su una o più file. I nomi più noti sono quelli bretoni, ma ne esistono in Scozia, in Irlanda, in Sardegna e in Valle d'Aosta.
A volte i menhir vengono disposti in circolo, a semicerchio o a ellisse, e allora si attribuisce a tale struttura il nome di cromlech. Il nome viene dal bretone croum, curva, e lech, pietra sacra. Il più grande è quello di Avebury (Wiltshire) che presenta un diametro di oltre 360 metri. Il più notocromlech italiano è quello del passo valdostano del Piccolo San Bernardo. Talvolta i cromlech possono presentare lati rettilinei, come nel caso di quello rettangolare di Crocuno (Bretagna).
Il secondo tipo fondamentale di megalite è il dolmen. Un dolmen è formato da più lastre: un certo numero di esse è infisso nel terreno, in modo da fare da sostegno a una o più tavole di copertura. Nella sua forma più semplice è formato da tre lastre verticali (pilastri, o ortostati) che ne sostengono una quarta (tavola). Il nome viene dal bretone dol, tavola, e men, pietra.
I dolmen possono anche essere molto elaborati. Alcuni presentano una serie di lastre verticali, affiancate e di altezza idotta, che conducono alla camera del dolmen vero e proprio: a tali lastre si dà il nome di corridoio. Altri possono avere delle camere laterali più piccole, collegate o meno con la camera principale. La pianta di un dolmen può assumere forme diverse: nel caso più semplice è quadrata o rettangolare, ma esistono dolmen con i lati non paralleli, altri che presentano una pianta complessa, altri ancora che sono piegati a gomito, particolare che fa sospettare l'esistenza di momenti diversi di realizzazione dell'opera.
Localmente il termine dolmen può essere sostituito dall'espressione dyser, in Danimarca, mamra o anta in Portogallo, tola o tavola in Corsica. Generalmente il corridoio di un dolmen è più stretto della camera, ma nel caso in cui il corridoio e la camera non siano differenziati, si attribuisce al megalite il nome di allée couverte.Esistono anche strutture megalitiche formate semplicemente da una lastra infissa verticalmente nel terreno, sulla quale viene appoggiata l'estremità di un'altra grande lastra: a una struttura di questo tipo si riserva il nome di semidolmen. Sopra i dolmen veniva spesso realizzato un grande terrapieno a base circolare, al quale si dà il nome di tumulo. Se la copertura era invece assicurata da un mucchio di pietre, spesso regolari e ben squadrate, si parla allora di cairn, ma bisogna ammettere che spesso le espressioni tumulo e cairn vengono usate con una certa disinvoltura, quasi come sinonimi.
I dolmen erano a volte realizzati a coppie o a gruppi, ricoperti o meno da tumuli. E' opportuno ricordare come raramente le strutture megalitiche venissero realizzate singolarmente. Ci si trova così in presenza di grandi aree megalitiche nelle quali si individuano menhir, dolmen e allineamenti, generalmente raccolti in una unica area sacra.
Talvolta essi erano legati da significati specifici, spesso di carattere astronomico. Recentemente, infatti, l'archeoastronomia, scienza che studia le conoscenze di astronomia delle popolazioni antiche, e le relative connessioni con la vita religiosa e sociale dell'epoca, ci ha consentito di capire che spesso le direzioni individuate dai megaliti (un allineamento o l'asse di un dolmen, per esempio) erano tutt'altro che casuali e andavano invece a indicare alcuni punti dell'orizzonte nei quali si verificavano particolari fenomeni astronomici.
Gli orientamenti più comuni riguardavano i punti del sorgere, o del tramontare, del sole in date particolari, come gli equinozi e i solstizi, oppure i punti estremi raggiunti dalla luna nel suo moto complesso. Così i megaliti erano, a volte, utilizzati come veri e propri osservatori astronomici ; altre volte, invece, erano orientati su pinti particolari dell'orizzonte per morivi rituali. Infatti, nell'antichità, si era venuta lentamente a costruire una sorta di religione astrale.Naturalmente le interpretazioni astronomiche non tolgono nulla alle ipotesi tradizionali.
Un menhir poteva evidentemente presentare un significato territoriale, delimitando un'area nella quale dominava il gruppo. Esso poteva anche rappresentare una sorta di monumento commemorativo, indicare il luogo di una battaglia, oppure poteva essere oggetto di culto. Ancora nel medioevo a molti megaliti venivano attribuite capacità specifiche e talvolta si celebravano veri e propri riti nelle loro vicinanze. Ai dolmen, poi, è innegabile attribuire un diffuso utilizzo funerario. L'importanza delle strutture megalitiche emerge ancora più prepotentemente se si pensa agli sforzi tecnici che richiedevano realizzazioni di tale portata.
I pilastri di Stonehenge, per esempio, sono stati trasportati da più di 40 chilometri di distanza, opera ciclopica, per l'epoca. In Europa esistono alcune aree nelle quali i megaliti sono particolarmente numerosi o spettacolari, ma esistono anche luoghi meno noti, nei quali si rinvengono strutture sorprendenti che meritano sicuramente una visita. Così, quando si parla della Francia, viene spontaneo pensare alla Bretagna, quando invece il dipartimento francese che rappresenta il maggior numero di menhir, quasi mezzo migliaio, è il lontano Aveyron.
Infine bisogna ricordare che i megaliti venivano considerati nel passato opera di fate o di giganti e dimora di nani o di altri esseri fantastici. Così l'innegabile fascino di queste pietre millenarie si aggiunge all'alone di leggenda che li circonda e che spesso è ancora vivo nelle tradizioni locali di alcune aree. Prima che il mondo scientifico riconoscesse la natura preistorica dei megaliti, essi vennero attribuiti ai Romani o ai Celti, come testimonia il nome di alcuni monumenti, come il Cordon des Druides (Fougères).


STONEHENGE

La più celebre fra le costruzioni di pietra, il simbolo stesso della cultura megalitica europea, è Stonehenge. Si trova nella piana di Salisbury (Wiltshire), nel sud dell'Inghilterra. Stonehenge è un cromlech, cioè un cerchio di pietre. In realtà, della struttura circolare complessiva resta solo un colossale frammento, perché nel Medioevo i monoliti di Stonehenge furono usati per costruire edifici, e sono così andati dispersi.
La circonferenza più esterna è un fossato profondo, del diametro di circa 100 metri, che delimita un terrapieno in cui sono stati scavati 56 pozzetti, chiamati Aubrey Holes, "buchi di Aubrey", dal nome dell'archeologo che li scoprì nel 1666.
Procedendo verso l'interno, si trovano altre buche, disposte a doppio semicerchio. Ed ecco che si innalzano i poderosi monoliti, ciascuno dei quali pesa dalle 30 alle 50 tonnellate.
Il gruppo esterno, chiamato Sarsen Circle, "cerchio di Sarsen", dal nome della pietra in cui sono stati intagliati i monoliti, arenaria grigia più dura del granito, ha un diametro di 30 metri circa.
Le 16 lastre verticali, alte quasi 6 metri, sono sormontate da 6 architravi. Di altezza doppia sono i triliti (cioè 2 monoliti verticali con un architrave) della struttura ancora più interna, che arrivano a 10 metri.
Tra i due colonnati sono poste le Bluestones, "pietre azzurre", e al centro della struttura si trova distesa la Altar Stone, "pietra dell'altare", lunga 5 metri; all'esterno vi sono la Slaughter Stone, "pietra del sacrificio", di 7 metri e, nel viale di accesso al monumento, la Heel (o Hele) Stone, "pietra del tallone". Anche se incompleta, e in buona parte distrutta, la colossale architettura di Stonehenge ha mantenuto il suo fascino intatto attraverso i millenni.
La si vede da lontano, nella valle ondulata in cui sorge, solitaria e silenziosa.
Le sue pietre azzurre provengono dai monti Prescelly, nel Pembrokeshire, a 300 chilometri da Stonehenge, e i monoliti di Sarsen sono stati trasportati per almeno 30 chilometri, dalle cave dei Marlborough Downs:
come è stato possibile trascinare e innalzare massi di pietra così grandi e pesanti, con i mezzi tecnici a disposizione in una società preistorica, in cui non era noto l'uso della ruota?
Cosa poteva spingere gli architetti di Stonehenge, come quelli delle innumerevoli strutture megalitiche europee, a concepire opere tanto grandiose e di così difficile realizzazione?
Un lavoro talmente faticoso come l'innalzamento dei grandi e pesanti monoliti doveva nascere da esigenze pressanti, di ordine pratico o magico, rituale o religioso. Come per le pitture e le sculture preistoriche, anche le costruzioni megalitiche come Stonehenge e Carnac hanno destato perplessità fra gli studiosi, che hanno discusso per lungo tempo sul loro significato.

Nessun commento:

Posta un commento