giovedì 25 febbraio 2010

COMUNICAZIONE!!!!!!!

Questa mattina, dopo lunga malattia, Altar è deceduto. I suoi amici e le sue streghette lo ricorderanno come un sole nella loro vita.
Da oggi questo spazio rimarra chiuso, in attesa che venga deciso del futuro.

Giovanni della Trinità

mercoledì 27 gennaio 2010

Il Libro del Nulla.

La Grande Via non è difficile per coloro che non hanno alcuna preferenza. Quando Amore e Odio sono entrambi assenti ogni cosa diviene chiara e viene svelata. Ma fai la più piccola distinzione, e paradiso e terra saranno infinitamente lontani. Se desideri vedere la verità non parteggiare a favore o contro. La lotta tra ciò che uno vuole e ciò che non vuole è la malattia della mente.
I
Quando il profondo significato delle cose non viene compreso la pace essenziale della mente è disturbata senza alcun vantaggio. La via è perfetta come un vasto spazio in cui nulla difetti e nulla sia in eccesso. In realtà, spetta a noi decidere se accettare o rifiutare il fatto che non vediamo la vera natura delle cose. Vivi né nelle trappole delle cose esterne, né nei sentimenti interiori di vuotezza. Sii sereno senza forzare l'attività nell'interezza delle cose e tali erronee convinzioni scompariranno da sole. Quando provi a interrompere l'attività per conseguire la passività il tuo stesso sforzo ti pervade di attività. Fino a che rimani in un estremo o in un altro non conoscerai mai l'Interezza. Coloro che non vivono nella singola Via trascurano sia attività che passività, affermazione e negazione.
II
Negare la realtà delle cose è non cogliere la loro realtà; asserire la vanità delle cose è non cogliere la loro realtà. Più parli e pensi a ciò, più ti allontani dalla verità. Smetti di parlare e pensare e non ci sarà nulla che non sarai in grado di sapere.
III
Il ritorno alle origini serve a trovare il significato, ma basarsi sulle apparenze significa lasciarsi sfuggire la causa. Al momento dell'illuminazione interiore c'è un andare al di là dell'apparenza e della vacuità. I cambiamenti che apparentemente avvengono nel vuoto mondo noi li chiamiamo reali solo a causa della nostra ignoranza. Non cercare la verità; smetti solo di avere opinioni. Non rimanere in una condizione dualistica; evita con cura tale perseguimento. Se vi è una traccia di questo o quello, il giusto e l'errato, la Mente-essenza verrà persa nella confusione. Sebbene tutte le dualità provengano dall'Unico, non avere attaccamento nemmeno ad esso. Quando la mente esiste indisturbata nella Via, niente al mondo può nuocerle, e quando una cosa non può più nuocere essa cessa di esistere nella vecchio modo. Quando non sorgono pensieri discriminatori, la vecchia mente cessa di esistere.
IV
Quando gli oggetti del pensiero svaniscono, il soggetto pensante svanisce, poiché quando la mente sparisce, gli oggetti svaniscono. Le cose sono oggetti a causa del soggetto; la mente è tale a causa delle cose. Comprendi la relatività di questi due e la realtà basilare: l'unità della vacuità. In questo Vuoto i due sono indistinguibili e ognuno di essi contiene in sé il mondo intero. Se non fai differenza tra il grezzo e il fine non sarai tentato al pregiudizio e all'opinione.
V
Vivere nella Grande Via non è né facile né difficile, ma coloro che hanno punti di vista limitati sono timorosi e irrisoluti: più essi si affrettano, più lentamente essi vanno, e l'attaccamento non può essere evitato: anche il mostrare attaccamento all'idea dell'illuminazione significa andare fuori strada. Semplicemente lascia che le cose siano così come sono e non vi sarà né andare né venire. Obbedisci alla natura delle cose (la tua stessa natura), e camminerai libero e indisturbato. Quando il pensiero è in catene la verità è nascosta, poiché tutto è confuso ed oscuro e la gravosa pratica del giudizio porta molestia e stanchezza. Quali benefici possono derivare dalle distinzioni e separazioni? Se vuoi andare nell'Unica Via non disdegnare neppure il mondo delle sensazioni e delle idee. In verità, accettare pienamente essi è identico alla vera Illuminazione. L'uomo saggio non si sforza per il raggiungimento di alcun fine, ma lo stolto si ostacola da solo. Esiste un solo Dharma, verità, legge, non molti; le distinzioni nascono dal bisogno di attaccamento degli ignoranti. Identificare la Mente con la mente discriminante è il più grande errore di tutti.
VI
Calma e inquietudine derivano dall'illusione; con l'illuminazione non vi è ciò che si preferisce e cio che è sgradito. Tutte le dualità provengono da deduzioni inconsapevoli. Esse sono come sogni di fiori nell'aria; è sciocco cercare di afferrarli. Guadagno e perdita, giusto e sbagliato: questi pensieri devono finalmente essere eliminati immediatamente. Se l'occhio non dorme mai, tutti i sogni cesseranno naturalmente. Se la mente non discrimina, le diecimila cose sono così come sono, di sola essenza. Comprendere il mistero di questa Unica-essenza significa essere liberati da ogni impedimento. Quando tutte le cose sono considerate imparzialmente, l'Auto-essenza è raggiunta. Nessuna comparazione o analogia è possibile stato privo di causa e relazioni.
VII
Considera fermo il movimento e l'immobilità nel movimento, ed entrambi gli stati di movimento e di quiete scompariranno. Quando tali dualità cessano di esistere l'Interezza stessa non può esistere. A tale definitiva finalità non può applicarsi nessuna legge o descrizione. Per la mente unificata in accordo con la Via tutte le aspirazioni provenienti dal sé finiscono. Dubbi e indecisioni svaniscono e la vita in pura fede è possibile. Con un solo colpo siamo liberati dalla schiavitù; niente si attacca a noi e noi non tratteniamo niente. Tutto è vuoto, chiaro, auto-illuminante, senza l'uso dell'energia della mente. Qui pensiero, sensazione, conoscenza e immaginazione sono di nessun valore.
VIII
In questo mondo di Similitudine non esiste nemmeno il sé o l'altro-dal-sé. Per entrare direttamente in sintonia con questa realtà quando i dubbi sorgono dì semplicemente "Non due." In questo "non due" niente è separato, niente è escluso. Non importa quando o dove, illuminazione significa penetrare questa verità. E questa verità è al di là dell'estensione o diminuzione del tempo o dello spazio; in essa un singolo pensiero dura diecimila anni.

Vacuità qui, Vacuità lì, ma l'universo infinito rimane sempre davanti ai nostri occhi. Infinitamente grande e infinitamente piccolo; nessuna differenza, poiché le definizioni sono scomparse e non si vedono limiti. Così pure circa l'Essere e il non-Essere. Non perdere tempo in dubbi e discussioni che non hanno nulla a che vedere con ciò. Una cosa, tutte le cose: si muovono e si mescolano, senza distinzione. Vivere in questa realizzazione significa essere privi di ansietà circa la non-perfezione. Vivere in tale fede è la strada al non-dualismo, poiché il non-duale è uno con la mente fiduciosa. Parole! La Via è oltre il linguaggio, poiché in essa non c'è
Nessun ieri
Nessun domani
Nessun oggi.

sabato 23 gennaio 2010

Imbolc

Nella Tradizione di Avalon che seguo, Imbolc lo celebreremo alla fine di questo mese, con la luna piena ^^
Vi riporto perciò dal sito dell'associazione, l'Ynis Afallach Tuath, un articolo in tema.

IMBOLC IN AVALON

La parola Imbolc deriva dall’irlandese e significa “nel grembo” poiché presso le antiche popolazioni che vivevano di pastorizia questo è il periodo in cui nascono i primi agnelli e si hanno perciò a disposizione latte e burro freschi, una vera ricchezza dopo i lunghi e bui mesi di gelo e stenti. In Avalon, questo portale è chiamato anche Gwyl Mair dall’antico gallese, cioè “festa di Maria”.

La comunità pagana odierna festeggia imbolc il primo febbraio, mentre in Avalon la data è preferibilmente calcolata secondo l’antico calendario luni-solare e cade al primo plenilunio dopo che il sole è entrato nel segno dell’Aquario.

Tradizionalmente questa festività segna un passaggio molto significativo: è il punto più oscuro dell’anno ma nello stesso tempo il primo festival della rinascita, in analogia con quanto accade a Yule: ormai il sole è rinato e le giornate iniziano ad allungarsi leggermente. In molte zone del nord europa è caduta la neve ma già i primi fiori come il crocus ed il bucaneve fanno timidamente capolino, segnando in modo inequivocabile l’inversione delle energie dal polo giamos ( “freddo, oscuro, invernale”) a quello samos (“luminoso, estivo”).

E’ancora tempo di nevicate e burrasche, di camini accesi e notti gelate, ma l’energia inizia a fermentare e crescere, come un bimbo nel grembo della madre. Nei paesi anglosassoni, Imbolc è anche definito “the quickening”, traducibile come “il risveglio”, dal verbo inglese “quicken” utilizzato per indicare i primi movimenti di un feto che la madre avverte nel grembo.

Nell’antica Roma in questo periodo si festeggiavano i Lupercali, giorni di feste e purificazioni rituali dopo il lungo inverno.

I celti dedicavano questo festival ed il priodo che esso inaugura ad una delle divinità più importanti e venerate del loro pantheon: Brighid o Bride “la Bianca” “la Splendente” “l’Altissima”. Brighid è una dea trina, protettrice della medicina, dell’arte bardica e della metallurgia, tutte attività sacre e rituali per eccellenza. Ella presiede alla guarigione ed alla purificazione, è signora delle erbe e dei rimedi medicamentosi, protegge in special modo le donne partorienti e le loro creature. Ispira i saggi ed i poeti nella creazione delle loro opere più belle. E’ dea del fuoco sacro che dona la vita e l’ispirazione e forgia le armi da guerra. Incarna prevalentemente l’immagine della Vergine, la bianca signora della primavera, in analogia con altre dee come Blodeuwedd o Arianrhod. E’ la Fanciulla che rinasce ma anche la Madre che partorisce il mondo e la Vecchia crona dell’inverno che muore. Sacri a Brighid sono i cigni, dalle candide piume ed il collo che ricorda un drago, guardiani delle acque dell’altromondo e del fuoco di trasformazione.

Ad Imbolc ci confrontiamo con la nostra parte più oscura, raggiungiamo il fondo della nostra Grotta personale dove attende l’Ombra, l’Inconscio, tutto ciò che deve essere portato a manifestazione. Dalla buia matrice del caos primordiale, iniziamo a riemergere e forgiare le nostre stelle, la materia informe viene plasmata dal fuoco della nostra passione e della nostra creatività. I nostri sogni prendono lentamente forma, come bambini nel ventre di una madre e vengono alla luce, con dolore, ma inesorabilmente.

E’ tempo di voltarci verso la luce, e percorrere la Grotta nel senso contrario, verso la Riemersione. Facciamo nostre le lezioni imparate duramente e voltiamo pagina, un nuovo capitolo del nostro percorso.

Gwyl Mair è associata nel paesaggio fisico di Glastonbury al Tor, nelle cui profondità si dice vi sia il passaggio per l’Altromondo, la buia caverna di Ceredwen e Gwyn ap Nudd, dove risiede il calderone delle Morgen, la pietra omphalos che è il centro del mondo, il luogo della trasformazione e della rinascita. Il Tor è il ventre della Vecchia Sterile dell’inverno: dalle sue profondità nasce la Sorgente Bianca, che sbocca limpida e cristallina fra mille cunicoli, al suo fianco. Qui le donne si raccolgono per portare offerte a Brighid e legare nastri agli alberi. Brighid è infatti anche signora delle fonti e dei pozzi, luoghi di guarigione e purificazione. La neve immacolata che scende a ripulire il terreno e lo protegge come una soffice coltre è la sua manifestazione.

Attività rituali caratteristiche di Imbolc in Avalon sono connesse con gli elementi fuoco e acqua. L’acqua viene bendetta e utilizzata per riti di guarigione e purificazione, spesso fredda, meglio se di fonte, e ad essa possono essere aggiunti sale ed erbe come salvia e limone. Piccole scope fatte di legno di betulla vengono utilizzate per spruzzare l’acqua sulle persone e gli oggetti da benedire, in particolare la casa ed il focolare. Il latte viene spesso lasciato in offerta presso le sorgenti o versato sulle statue della dea, o anche sul terreno.

Per quanto riguarda il fuoco, Imbolc è il tempo delle candele e dei falò che scacciano l’inverno e richiamano la luce della rinascita, della creatività, della trasformazione. Le candele dell’anno trascorso vengono lasciate consumare tutte o seppellite e si comprano o si fabbricano le nuove candele, che vengono poi unte con oli ed erbe profumate per consacrarle e benedirle. Questa usanza sopravvive nei secoli con la festività cristiana della Candelora, cosi come Brighid è sopravvissuta nella figura di santa Brigida di Kildare, il monastero irlandese, “tempio delle quercie” dove un fuoco perenne veniva vegliato costantemente da 19 monache, come le 9 sorelle vegliano il Avalon il calderone della trasformazione e dell’Awen.

A Gwyl Mair si costruiscono inoltre le “brigidine”, piccole bambole di stoffa, ornate con fiori o paglia e viene per loro costruito un letto nuziale in un cestino. Le piccole brigid vi vengono deposte alla vigilia di imbolc, vicino al camino, e si dice che la dea passi a benedire ogni focolare dove sia una bambola, e lasci un'impronta nelle ceneri del fuoco.

Ad ogni Imbolc una nuova brigid viene cucita ritualmente, con tutti i sogni e le speranze per il nuovo anno ricamate ad ogni punto e ciclo dopo ciclo esse vanno a rappresentare la continuità dell’esistenza, il lignaggio di avalon, le sorelle che erano, sono e saranno.

Infine, un’ultima attività tradizionale consiste nel forgiare con la paglia dell’ultimo covone conservato dal raccolto delle croci solari a quattro bracci uguali, dette “croci di brighid” che rappresentano dei potenti talismani contro il male e proteggono il futuro raccolto.

I colori di Brighid sono il bianco ed il rosso, i colori dell’Altromondo, del sangue che dona la vita, del latte e del seme.

Onoriamo Brighid e le Antenate, la Vecchia che muore e la Fanciulla che torna a seminare la vita ed i sogni nel mondo. E’ tempo di affrontare l’Ombra, di svelare i nostri misteri e guardare negli occhi la nera Cailleach. Emergiamo dal ventre della Madre per portare i suoi doni nel mondo.

-Caillean-

fonte: http://www.ynis-afallach-tuath.com/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=9&mode=thread&order=0&thold=0

domenica 17 gennaio 2010

Un sito bellissimo.

Un amica di Avalon mi ha fatto conoscere questo sito meraviglioso:

http://www.ynis-afallach-tuath.com/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=9&mode=thread&order=0&thold=0

martedì 12 gennaio 2010

Il Calendario Celtico.

L'anno celtico era diviso in feste solari e lunari. I solstizi e gli equinozi solari erano i punti che segnavano il percorso del sole: massima altezza nel solstizio d'estate, minima nel solstizio d'inverno, e intermedia agli equinozi.

Le Feste Lunari o Feste di fuoco celtiche sono festeggiate ancora oggi. Le antiche Samhain (31 ottobre/1º novembre) e Beltain (30 aprile/1º maggio) erano le due feste più importanti del calendario celtico, perché segnavano la divisione dell'anno in due parti: la metà oscura e quella luminosa (inverno ed estate). I celti festeggiavano il nuovo anno a Samhain, oggi celebrato come Halloween o festa di Ognissanti, che segnava anche l'inizio dell'inverno.

Un'altra festa, Oimelc (o Imbolc) (31 gennaio/1º febbraio), indicava l'allontanamento dell'inverno e caratterizzava un periodo in cui si celebravano poche feste tribali, ad eccezione di quelle femminili, legate alla fertilità. Beltain, o Vigilia di maggio, coincideva con l'inizio dell'estate e si svolgeva sotto la protezione dello Splendente, cioè il dio Belenos.

Il 31 luglio/1º agosto era la volta di Lughnasadh, che segnava la riunione della tribù, o clan, in piena estate.


Samon, Mese dell’incontro con gli Avi (30 giorni)

È il nome abbreviato del primo mese del calendario di Coligny, il termine originale samonios o samonos o anche samonis lo troviamo in altre forme abbreviate: samo-, sam- e samoni al genitivo. Il termine sembrerebbe contenere la particella samo- che sia nelle lingue galliche che nell’indoeuropeo significa “estate” ed essendo posizionato esattamente a 6 mesi di distanza dal mese di Giamoni(o)s, il cui significato è attestato come “Fine dell’inverno”, la traduzione che sembrerebbe essere più probabile è “Fine dell’estate”. Nonostante queste apparenti evidenze è forse più verosimile che Samonios abbia anche altri significati, lasciando al mese di Edrini il compito di chiudere ufficialmente la bella stagione, anche in accordo con i tempi agricoli. Secondo alcune ipotesi sempre più accreditate tra gli studiosi il termine irlandese Samain così come il gallico Samoni(o)s, pur contenendo il prefisso samo-, avrebbe poca attinenza con l’estate, anzi alcuni ritengono che potrebbe addirittura fare riferimento al solstizio invernale anche se tale ipotesi è poco accreditata. In effetti è verosimile che il significato di samonios sia prossimo a quello di “assemblea, riunione”, da cui l’antico irlandese samain (termine che deriva da essaim e che indica le api), anche in sanscrito sàmanam significa “assemblea, riunione, festa”, nell’antico norreno saman significa “insieme, gruppo”, infine la radice indoeuropea sem-, som-, sm- significa proprio “insieme”. Dal gallico samoni(o)s deriva indubbiamente il nome della festa panceltica di Samain, dedicata ai morti. Infatti troviamo sul calendario di Coligny in coincidenza con il 17° giorno di Samonios l’indicazione trinox samo[ sindiv (trinoxtion Samoni sindiu) “da oggi la festa delle tre notti di Samonios”. La festa è ancora celebrata oggi sotto altri nomi e secondo il folklore moderno durante questo periodo le entità soprannaturali e gli spiriti degli Avi e dei morti in generale entrano in contatto con i viventi. Ricollegando perciò la festa di Trinoxtion Samoni alla moderna festa irlandese di Samain, passata in tempi più recenti al resto del mondo anglofono come Halloween, e facendo riferimento poi a allocuzioni simili in greco e sanscrito il significato diventa “momento (luogo) di incontro con gli Avi” o “riunione con i Padri” (sm-uid- e sam-vid).

Duman, Mese delle fumigazioni (29 giorni)

È la forma abbreviata di dumanios o dumanos o dumanis, secondo mese del calendario celtico, la si trova anche come dumann, dumn ed al genitivo come dumanni, dumani. È prossima al termine latino fumus, sanscrito dhumah, lituano dumai “fumoso”, greco thumos “anima, cuore” e thumiao “fare fumare”. La relazione tra “fumo, vapore” e “anima, forza vitale” è insita nel termine e potrebbe indicare la natura sacrificale e senza dubbio rituale di questo mese.

Riuros, Mese del freddo intenso (30 giorni)

È nome del terzo mese del calendario di Coligny e non ne sono conosciute abbreviazioni. Normalmente il termine riuros viene messo in relazione all’omologo dell’ irlandese arcaico réud “grande freddo”, al gallese rhew “gelo, freddo intenso”, al bretone reo e rev “grande freddo”, tutti termini derivanti dalla comune radice indoeuropea preus-, che ritroviamo anche nel latino pruina “gelata bianca” da cui l’italiano brina, nel germanico friosan “gelare” e nel sanscrito prusva “gelata”. Qualche studioso lo fa derivare da ro-iuos che significa “grande festa”, ma è una traduzione che contrasta troppo fortemente con l’interpretazione più comune.

Anagan, Mese del riposo (29 giorni)

È la forma abbreviata del termine [a]nagtio- che troviamo sul calendario di Coligny e il cui nominativo dovrebbe essere anagantios, benché di questa parola potrebbero essere possibili altre versioni. La particella an- iniziale è senza dubbio privativa e il tema -agantio- sembra essere una forma participiale della radice ag- “condurre, andare, portare”, nell’irlandese antico troviamo infatti ag- con il medesimo significato, nel gallese agit “essi vanno”, nel latino ago, etc. Perciò Anagan indicherebbe un periodo nel quale non si viaggia o forse vige il divieto di viaggiare, cioè in cui si resta e, probabilmente, si riposa. Il periodo dell’anno al quale fa riferimento, la fine dell’inverno, indica un momento in cui le provviste sono quasi terminate, la selvaggina scarseggia e la natura non si è ancora risvegliata, indicato perciò a preservare le energie.

Ogron, Mese del freddo (30 giorni)

Abbreviazione, anche nella forma ogronn, del nominativo ogronnios o ogronnos. È attestata anche una forma ogronu, che potrebbe essere però un errore di compilazione da parte degli autori del calendario di Coligny. Il significato del termine sembra piuttosto chiaro e deriva dal celtico insulare ougro- che significa “freddo”. Lo stesso significato lo troviamo nel termine arcaico irlandese ùar e òcht e nel gallese oer. Ogron è perciò un mese moderatamente freddo in rapporto a Riuros, mese del “grande freddo”.

Cutios, Mese delle Invocazioni (30 giorni)

Lo troviamo al nominativo come gutios, cut- e al genitivo cutio, qutio, quti. Da notare l’alternanza della “c/q” con la “g”, già presente anche nel termine indicante il mese di cantlos/gantlos, con una netta predominanza della “c/q”. Cutios/Gutios è prossimo al termine dell’irlandese arcaico guth “voce” e al gallico gutuater “invocatore”. Il significato della parola sarebbe dunque: “mese delle invocazioni”.

Giamon, Fine dell’inverno (29 giorni)

Abbreviazione di giamonios o giamonis dall’etimologia molto chiara in quanto la parola contiene direttamente il termine gallico che indica l’inverno giamo-. Potrebbe in tal senso indicare l’inizio o la fine dell’inverno, ma il nome del mese successivo simiuisonna contenente il termine celtico per la primavera non lascia dubbi sulla seconda ipotesi. Fine dell’inverno.

Simiuis, Metà primavera (30 giorni)

Anche questa è una forma abbreviata e nel calendario di Coligny la troviamo anche trascritta in semiuiso-, simiuiso-, -sonna- ecc. Il nominativo è simiuisonna e con tutta probabilità è un parola composta dal prefisso simi- o semi- “mezzo”, da cui il latino semi, il greco hemi-, il sanscrito sami- e il termine uisonna- che indica anche nell’indoeuropeo arcaico la primavera e che diventa in gallese arcaico guiannuin, nel cornico arcaico guaintoin, da cui uesnteino, in latino uer, in greco éar, in sanscrito vasantà- ecc. Ossia, traducendo letteralmente: metà della primavera. Un’altra ipotesi vede nel termine sonna- il nome del sole e lo equipara a sonno-cingos “corso del sole”, ma in questo caso non viene preso in considerazione il prefisso simi- per cui l’interpretazione non è accettabile.

Equos, Mese dei Cavalli (30 giorni)

Il nome di questo mese rappresenta un piccolo enigma, se sembra evidente che faccia riferimento ai cavalli avendo come omologo il termine latino indicante questi animali, con la trasformazione labio-velare della sequenza k + u in p, non si comprende allora perché ovunque altrove i celti indicassero i cavalli con la radice epo-! Si suppone perciò che il termine equos sia un arcaismo la cui conservazione sia giustificata all’interno di un documento istituzionale quale il calendario druidico oppure che il termine sia derivato direttamente dal latino all’epoca della trascrizione dalle fonti orali del calendario stesso (I sec. d. C.).

Elembiu, Mese del Cervo (29 giorni)

Decimo mese del calendario di Coligny, lo troviamo abbreviato anche in elemb. Il termine contiene in maniera molto evidente la parola indoeuropea che indica il cervo elem-(bhos), affine al greco élaphos (elnbhos) “cervo”, al gallese elain (elani), all’irlandese arcaico elit (elnti) “capriolo, cervo”, ecc. L’elembiu celtico ha forti corrispondenze con il nono mese del calendario greco-attico durante il quale si celebravano feste dedicate alla dea della caccia Artemide.

Edrini, Fine dell’Estate (30 giorni)

Trascritto anche come aedrini-, probabilmente un arcaismo del periodo nel quale il dittongo ai non si era ancora contratto in ē, analogamente al caso di equos con la sua labio-velare inattesa. Il significato è ancora sconosciuto, ma alcune ipotesi vedono in edrini- la radice aidh- che significa “ardore, fuoco” da cui poi il termine latino aestas da cui è derivata la nostra parola “estate”. In tal caso potrebbe significare l’inizio o il termine dell’estate, e vista la posizione del mese nel calendario si dovrebbe interpretare come “Fine dell’estate”. Se si considera il significato della radice aidh- possiamo interpretare il termine come “Fine del periodo dell’ardore” nel senso in cui in questo periodo dell’anno cessavano le guerre, come è poi attestato anche storicamente. Quest’ultima ipotesi è però meno consistente della prima, da preferirsi.

Cantlos, Tempo dei canti rituali (29 giorni)

Il significato del termine Cantlos, con la variante Gantlos così come per il mese Cutios/Gutios, probabilmente è simile a quello dell’irlandese arcaico cétal “canto, recitazione”, del gallese cathl “canto, poema, inno”, del bretone quentel “canto liturgico”, tutti contenenti la radice indoeuropea kan- “cantare”, da cui il latino canō, ecc. Cantlos è dunque il mese del canto rituale.

LE DIFFERENZE TRA I 10 COMANDAMENTI E IL PENSIERO DRUIDICO

1 Non avrai altro Dio all'infuori di me. --> Non è importante il Dio o gli Dei che preghi, l'importante è come preghi
2 Non nominare il nome di Dio invano --> Non offendere gli Dei, a parole e a fatti
3 Onora il padre e la madre --> Rispetta tutti gli esseri viventi allo stesso modo, onora chi ti ha aiutato a crescere
4 Ricordati di santificare le feste --> Ogni giorno è un dono Divino. Festeggialo e goditelo
5 Non rubare --> Non rubare alle persone povere e alle persone giuste
6 Non commettere atti impuri--> Segui il cuore, ma non causare dolore
7 Non uccidere --> Non abbandonarti all'odio e alla vendetta
8 Non dire falsa testimonianza--> Menti per la giusta causa, ma non spergiurare sul tuo Onore e sugli Dei
9 Non desiderare la roba d'altri --> Segui il cuore con coscienza, rispettando gli altri e senza disonorarti
10 Non desiderare la donna d'altri --> Segui il cuore con coscienza, rispettando gli altri e senza disonorarti